Literaria Academy 04 | Figure retoriche: Anacoluto

retorica


Qualunque segno della comunicazione si compone di significante (l’elemento fisicamente percepibile, il mezzo concreto della comunicazione: nella lingua, lettere e suoni) e di significato (il contenuto della comunicazione) e si colloca in un certo ordine nel discorso (dimensione sintattica del segno), pertanto solitamente le figure retoriche si suddividono in tre gruppi (di fatto le possibili modalità di suddivisione sono moltissime):

figure dell’ordine: livello della sintassi;

figure del suono: livello del significante;

figure del contenuto: livello del significato.


Vediamo quelle più diffuse e comuni, precisando che in molti casi i confini tra una figura e l’altra sono assai labili e che in un medesimo periodo possono esserci più figure retoriche insieme.

Le figure retoriche dell’ordine (livello della sintassi)

01- Accumulazione (vedi al link)

02- Anacoluto (gr. anakóluthos, an- + akóluthos, “che non segue”, “non conseguente): rottura della normale sequenza logico-sintattica della frase.

Tale figura, che crea volutamente un errore sintattico, tende a riprodurre il linguaggio meno colto del parlato o dà voce all’urgenza di un impulso espressivo meno controllato sintatticamente.

Esempio 1.

Ma da quel nido, rondini tardive,
tutti tutti migrammo un giorno nero;
io, la mia patria
or è dove si vive:
gli altri son poco lungi; in cimitero.
(G. Pascoli, Romagna)

Esempio 2.

Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (G. Boccaccio, Decameron VIII, 6)

Esempio 3.

Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto. (A. Manzoni, Promessi Sposi IX)

Esempio 4.

«Quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro, e sperare che anderanno in un buon luogo.» (A. Manzoni, Promessi Sposi XXXVI)


Nadia Gambis è nata e vive a Livorno. Ha frequentato l’Università di Pisa, laurea con lode in Lettere, indirizzo classico. Grazie al suo lavoro di tesi sul teatro plautino, Contributi ad una metaforologia plautina. (Pseudolus), le è stato riconosciuto un assegno ministeriale quadriennale presso il Dipartimento di Filologia Latina di Pisa. Ha insegnato materie letterarie, curando in particolare l’aspetto linguistico e letterario dell’italiano e del latino. Nel 1989 ha pubblicato una silloge poetica, Fiore di donna, Editrice Nuova Fortezza. Coautrice di due corsi di grammatica, lingua e cultura latina per il biennio dei Licei, Proxime, Trevisini Editore, 2010; Agenda Latina, Bompiani, 2013 e 2014. Tiene seminari di latino e lezioni di letteratura italiana presso l’UNITRE cittadina. Si dedica anche alla scrittura di testi poetici e racconti brevi, pubblicati talvolta in forma cartacea oppure on-line. Nel 2016 ha fatto parte della giuria del concorso nazionale di prosa e poesia Scarabeus.

© Riproduzione vietata. Copyright di Nadia Gambis