
Nota di Antonia Santopietro ||
In questa nota vi illustro come, a mio avviso, si dovrebbe arrivare alla definizione di una Social media marketing strategy di un libro, e alla definizione di quella che si chiama Roadmap, partendo dal marketing strategico, per poi usare i social media come strumenti di marketing operativo, ragionando in primis sulla visione.
Vi rimando a un mio articolo apparso su Harvard Business Review, per illustrarvi da che idea di base mi muovo per questa nota. Sebbene in esso si faccia riferimento alla vendita personale, imprimo una evidente valenza all’utilizzo dei social media, di tipo persona-centrico. Questa accezione la declino nel marketing dei social media di un prodotto (in questo caso autore/libro).
Questa è una evoluzione di visione chiara in altri ambiti che in un settore un po’ old fashioned come l’editoria varrebbe la pena di introdurre con seminari e corsi ad hoc.
Nell’ipotesi di dover impostare una strategia di comunicazione digitale (e anche below the line) userei come motore della visione il fatto che l’apparato strumentale dei social media deve rimanere un motore generatore di leads ovvero di potenziali lettori, e che il modello principe resta quello della gestione (mantenimento) di relazioni direttamente da parte dell’autore, un unicum di prodotto (libro/autore).
In pratica l’autore resta il primo venditore/promotore/propulsore e il resto ruota intorno a questo concetto. Il che vorrebbe una inversione culturale, per cui secondo un modello semplice e proiettivo se l’autore si vedesse in questa veste, avremmo intanto un coinvolgimento pro-attivo più efficace. Spesso l’autore rifugge le logiche commerciali perché ritiene di non dover essere coinvolto nel processo di vendita se non per ricaduta figuriamoci poi nella comunicazione. In sintesi nessuna strategia social può essere svincolata dall’apporto relazione del gruppo autore/libro.
A meno di brand molto forti come Elena Ferrante ma parliamo di casi non omologabili come la Nutella in altri settori.
Fuori da questa inversione culturale già molto ovvia in altri contesti come quello americano, le strategie di comunicazione anche social diventano forzose, di breve periodo con un ciclo di vita animato solo per breve tempo. Tuttavia ovviamente dovendo lanciare un libro ci sono delle azioni minime da fare e che preparano e sviluppano il recepimento del testo sul mercato. Una delle cose fondamentali è ad esempio (sempre ragionando come ufficio marketing senza il coinvolgimento dell’autore che abbiamo detto essere fondamentale) lavorare su una anticipazione emozionale e con collegamenti sensoriali. In pratica non parlare del libro ma di quanto è legato al libro lavorando sull’impatto emotivo del cluster (community di interesse) prima ancora del libro.